Dall’Epistolario artistico di un grande direttore d’orchestra “Tema con variazioni” - a cura di Giorgio Gualerzi e Valeria Gualerzi
Queste sono solo alcune delle oltre 700 lettere pubblicate sull'Epistolario che inizia con il 1902 e si conclude con il 1944.
Gino Marinuzzi al padre Milano, 16 ottobre 1903
...Ho veduto Massenet per via, non l’ho fermato perché era con altri e poi non m’è parso conveniente. Mi pare un po’ rimminchionito. Andrò domani è la prima di Thaïs. Ad ogno modo gli lascerò la carta con mille salamelecchi in francese...
Curiosa nella sua proclamata irriverenza questa osservazione sul poco più sessantenne Massenet, la cui presenza a Milano si spiega con l’imminente “prima” italiana, il 17 ottobre 1903 al Teatro Lirico di Thaïs, acclamata protagonista Lina Cavalieri e con suggeritore Atanaele di Francesco M. Bonini, eccellente direttore Rodolfo Ferrari.
Gino Marinuzzi ai familiari Milano 10 giugno 1905
Vado Torino scritturato tournée Darclée Don Pasquale città italiane spedite subito calzoni frac stazione o posta Torino mezzo celere debutto giovedì…quasi combinato Vicenza o Fano contentissimo abbraccio.
È la seconda opera di Donizetti che entra a far parte dell’esperienza direttoriale di Marinuzzi; la stessa con la quale, quasi quarant’anni più tardi, ci congederà dall’assai congeniale repertorio donizettiano, dirigendola in un momento molto drammatico per l’Italia e per lui personalmente, ovvero l’aprile 1944 – singolare coincidenza –ancora a Torino e ancora al Teatro Carignano, in una preziosa edizione importata dalla Scala (Tito Schipa, Carosio, Poli, Bettoni).
Gino Marinuzzi ai familiari Madrid 27 gennaio 1910
Carissimi,
...ho dovuto fare il gran rifiuto per il Dal Verme, cosa che mi ha fatto dispiacere, ma che era necessaria per tutte le ragioni. Si trattava di perdere la riconferma qui dove ho ormai una base sicura, un partito di amici, una paga che in Italia non potrei sognare…nonché una stampa favorevolissima sempre! Aggiungete alla carriera ciò che mi fa gran bene perché qui nessuno voleva più venirci essendo Madrid la bestia nera dei maestri!
La Gioconda in tutta la sua mediocrità, è andata in quattro giorni 3 volte, la domenica, martedì e mercoledì e sempre benino. Alla seconda sera ho dovuto sostituire Laura e cieca senza prove! Come curiosità sappiate che quella che ha sostituito la Perini (che faceva la cieca e che è diventata Laura per causa della malattia della Petri) è una spagnola incinta di 8 mesi passati!! Ed ha fatto la Emilia dell’Otello, la Giovanna del Rigoletto, una walchiria ed altre parti, ed ora questa, sempre dicendo: badino alla mia pancia!! Il pubblico lo sa e le vuole bene!
Stasera Crepuscolo degli dei, domani venerdì matinée con Gioconda, sabato serata della Prensa con spettacolo vario, domenica despedida di Titta Ruffo con l’ultima di Gioconda ed in settimana ventura Lucia con Anselmi. Ed entreremo, se Dio vuole, nel mese di febbraio e dopo... partenza!...
1911 Il Real Madrid
L’anno è dominato dal rapporto apparentemente positivo, che Marinuzzi ha stabilito con il Real Madrid dove il non ancora trentenne maestro si afferma definitivamente come un direttore di spiccata personalità e, particolarmente nel Tristano, un interprete di non comune sensibilità nel portare a un primo felicissimo risultato la sua vocazione wagneriana.
In realtà il clima esageratamente incandescente, tipico di una corrida più che propizio allo sviluppo di un discorso artisticamente serio e fruttuoso, finisce per stancare anzitempo Marinuzzi, convincendolo a troncare i rapporti con il Real e, addirittura con la Spagna, dove non metterà più piede.
Gino Marinuzzi ai genitori Madrid 22 gennaio 1912
Carissimi miei,
...il Barbiere è andato magnificamente. Il baritono, il tenore, il basso, splendidi. La donna meno che mediocre, ma siccome è protetta dall’aristocrazia ebbe un’ovazione, come protesta ai soliti seccatori del loggione che per miracolo non presero delle botte. E dire…che stavolta…non avevano torto! Ma ...chi se ne strofina, come dice la mamma della Gagliardi, trasteverina autentica!... Mi è stata offerta una scrittura per l’aprile e spero combinare: Vi dirò dopo il dove e il quanto. Inoltre la Gagliardi e la Viñas fanno l’ira di Dio con l’impresa perché dal 5 al 26 marzo mi mandino a Lisbona dove essi devono cantare il Tristano e dove le cose per ora sono andate maluccio anzichenò.
Io non so se ciò mi debba far piacere o no. Mi affido al caso, però non rifiuterei l’occasione...
Costei era Pepita Sanz (ovviamente da non confondere con la più famosa, e non solo per ragioni artistiche. Elena, mezzosoprano attivo trent’anni prima): la sua notorietà non varcherà i confini iberici, come del resto quella del basso Martin Verdeguer (Bartolo): Splendidi, giusta la definizione di Marinuzzi, risultano invece, oltre a Titta Ruffo, il tenore Umberto Macnez, destinato a essere Werther di un certo spicco, e infine, come Basilio, il solito Angelo Masini Pieralli.
Franco Alfano a Gino Marinuzzi Milano, 18 marzo 1913
Carissimo,
se avessi conosciuto il tuo indirizzo di Roma, ti avrei telegrafati i miei rallegramenti pel successo vivissimo che ha coronato il duplice merito tuo e d’autore nell’unico tempio d’Arte pura che abbiamo in Italia. Ignorandola, ti scrivo a Palermo, certo che vi sarai a breve.
È noto che il tuo successo è tanto più significativo, in quanto la naturale indifferenza del nostro pubblico per la produzione nostrana forma il più grande ostacolo al suo sviluppo. Bisogna avere coraggio enorme per scrivere, come scrivi tu…e qualche altro, in condizioni tanto sfavorevoli di ostilità preconcetta. Quindi, essere riuscito a farsi applaudire con tanto calore e senza contrasti anche minimi, è una vera grande vittoria – e tu siine fiero, caro Gino, ché raramente ciò succede così brillantemente e con l’unanime consenso d’una folla già educata a un genere superiore di musica...
Come vedi io m’intrattengo col “compositore”, il “direttore” è già troppo arrivato ed ha già fama tale da essere Hors concours per parlare adeguatamente di lui: Bene dunque – e vedi, forse senza volerlo – tu hai reso un gran servigio all’arte sinfonica italiana. Io che fui uno dei suoi primi apostoli te ne rendo grazie a nome di tutti quegli idealisti che credono al suo Risorgimento. E ti abbraccio con quell’affetto che t’è noto.
Alfano si riferisce all’esecuzione Sicania, poema sinfonico su temi popolari siciliani
1917 Un anno decisivo
È un anno decisivo per Gino Marinuzzi, poiché ne consegna il nome alla storia, legandolo per la prima volta a un evento senza dubbio di particolare importanza quale è la “prima” mondiale di un’opera come La rondine.
Di quest’opera pucciniana egli dirige infatti tre recite all’Opéra di Montecarlo, il 27 marzo, il 1° e l’8 aprile, con un quartetto artisticamente impeccabile (Tito Schipa, la Dalla Rizza, Francesco Dominici, Ines Maria Ferrarsis). Purtroppo di un avvenimento così significativo esiste una scarsa documentazione epistolare, ma in compenso se ne possono cogliere i riflessi nella orgogliosa dichiarazione dello stesso Marinuzzi: “Passata la guerra non credo che alcuno possa disputarmi il primo posto nell’arte, lo dico senza superbia, ma colla forza che mi dà la coscienza”. Pronostico in gran parte rispettato.
Completano quest’annata sia l’evocazione di un’altra “prima” mondiale, la discussa Lodoletta di Mascagni, sia il ritratto spregiudicato di una Parigi che cerca di stordirsi dimenticando le sofferenze dei soldati che stanno combattendo una guerra dura e impietosa.
Ildebrando Pizzetti a Gino Marinuzzi Firenze, 12 marzo 1918
Mio carissimo amico,
ho cercato le parti del coro dell’Abramo e Isacco, ma non ho potuto rintracciarne che pochissime. Ora, visto che dovrei farne ricopiare molte, e che, per le necessarie modificazioni alla partitura (dipendenti dal fatto che essa verrebbe eseguita in concerto, senza la scena), dovrei procedere anche a far copiare una nuova partitura e qualche parte d’orchestra, penso sia meglio rinunciare del tutto alla esecuzione. Non ci perderanno molto i bolognesi! Se mai se ne avrà un po’ di dispiacere soltanto l’ultimo Gajanus, il quale però potrà testimoniare che io non cerco facili successi!
Per me, io mi accontenterò che Lei mi faccia eseguire il preludio della Fedra. E valesse a invogliare i bolognesi alla conoscenza dell’opera intera!
Ha scritto al Mocchi? A ogni modo Le raccomando la Fedra, ancora! E che il Mocchi non abbia eccessive preoccupazioni per la protagonista. Quella che avemmo alla Scala non era poi così eccezionale da non poterne trovare delle altre dello stesso valore? Le dissi mai che la Cannetti aveva studiato l’opera e avrebbe voluto eseguirla?...
Pizzetti si riferisce alle musiche da lui composte per La sacra rappresentazione di Abramo e Isacco di Feo Belcari, eseguite per la prima volta a Firenze l’anno precedente, il compositore parmigiano ne preparerà una seconda versione destinata al Teatro Regio di Torino nel marzo 1926.
Accade talvolta che un compositore, pur di favorire una più frequente rappresentazione delle sue opere, sminuisca deliberatamente la qualità dei primi interpreti. Mi sembra appunto il caso di Pizzetti con la sua Fedra, la cui protagonista, la polacca Salomea Kruszelnicka (italianizzata in Krusceniski), fu in realtà talmente eccezionale che ancora oggi costituisce, e non solo per l’eroina pizzettiana, un punto di fondamentale riferimento.
Giuseppe Lusardi a Gino Marinuzzi Milano, 4 dicembre 1923
Oggi o domani si decide Genova.
Intanto dimmi se andresti in estate all’Arena di Verona dal 29 luglio al 19 agosto circa. Si sarebbe pensato al Parsifal e Trovatore.
Cosa ne dici?
Il Parsifal però dovrebbe essere snellito in modo da finire alle 12,30 perché altrimenti non si può dare, cominciando alle 9, perché prima forse è chiaro.
Il Trovatore con De Muro o altro se converrà.
Tu non sai che l’Arena di Verona costituisce in estate l’avvenimento artistico più importante...
Davvero singolare lo “snellimento” che Lusardi propone per Parsifal, poiché si tradurrebbe certamente nell’amputazione di oltre un’ora di musica. La verità è che l’estremo capolavoro wagneriano nulla ha da spartire con il clima popolare areniano, tanto è vero che, ricordava Guglielmo Barblan , presente il 24 luglio 1924 alla “prima” di Parsifal, alla fine della serata i coraggiosi superstiti quasi si contavano fra platea e gradinata, autentici rari Nantes in gurgite vasto. Eppure di questo Parsifal gli organizzatori ebbero il coraggio di programmare ben ser recite, dirette, come anche dieci di Andrea Chénier, dal veronese Sergio Failoni, esordiente all’arena (dove tornerà poi altre cinue volte fino al 1946): Marinuzzi, infatti che non aveva detto di no alla proposta di Lusardi, salirà sul podio dell’Arena soltanto dieci anni dopo, venendo confermato l’anno seguente
Achille Consoli a Gino Marinuzzi Genova, 21 gennaio 1926
Con la presente resta stabilito, fra il Signor Maestro Gino Marinuzzi ed il Signor Achille Consoli, in rappresentanza questi del Signor Ottavio Scotto concessionario del Teatro Colón di Buenos Aires quanto segue.
Il Maestro Gino Marinuzzi accetta la carica di Maestro direttore Concertatore d’orchestra con tutte le prerogative consone alla sua alta reputazione per la Grande stagione ufficiale del Teatro Colón di Buenos Aires, che avrà io suo inizio il 20 maggio p.v. e che si prolungherà fino al 25 agosto circa.
Tutto ciò che si riferisce allo emolumento (già in massima fra il Maestro Marinuzzi ed il Sig. Consoli discusso); ai dettagli sulle prestazioni del Maestro Marinuzzi, nonché al prolungamento del di Lui impegno per le stagioni degli anni prossimi sempre allo stesso Teatro Colón ed eventualmente in Teatri del Nord-America, verrà definitivamente stabilito all’arrivo in Italia del Sig. Ottavio Scotto ed in perfetto accordo col Maestro Marinuzzi.
Letto e sottoscritto in perfetta buona fede
Gino Marinuzzi alla moglie Torino, 16 dicembre 1927
...Il Crepuscolo va bene assai, eccellenti gli artisti, ma Brunilde come mai ho sentito. Ha sempre cantato in Germania ed a Bayreuth e sembra che abbiamo fatto il Crepuscolo tutta la vita insieme. Se vieni lunedì ti preparerò la sorpresa di farti sentire qualcosa di buono!...
La cosa non deve affatto stupire, poiché la svedese Lily Hafgren Dinkela (già Waag per il primo matrimonio: 1884-1965) era realente una cantante di rango internazionale (già nota alla Scala), ovvero uno dei maggiori heldensoprano del secolo, fondatrice, unitamente alla coetanea Nanny Larsén-Todsen, del glorioso filone scandinavo della vocalità femminile wagneriana, destinato a produrre, lungo l’arco degli ultimi sessant’anni, la Flagstad e la Varnay, la Nilsson e la Bjoner.
Gianfranco Malipiero a Gino Marinuzzi Asolo, 7 gennaio 1929
Carissimo Maestro,
io vivo ad Asolo fuori dal mondo ma ogni anno qualche volta “cambio aria” e avevo stabilito di venire a Roma per le Sette canzoni, di fare un piccolo giro per l’Umbria e di passare al ritorno per Milano. Invece nulla di tutto questo. L’influenza mi ha demolito com’è sua abitudine di fare ogni anno. Sono addolorato, seccato, annoiato. Se non Le ho telegrafato subito, la ragione è da ricercarsi nella mia speranza di risollevarmi e partire…La mia gratitudine verso di Lei è immensa e sapere che le Sette canzoni sono nelle sue mani, mi tranquillizza... Mi dia notizie anche sul numero delle rappresentazioni e dell’epoca (cioè giorni) in cui avranno luogo. Qualunque sia l’esito io Le sono ugualmente grato e La prego ringraziare a nome mio tutti gli interpreti e l’orchestra. Sarei lieto se il successo fosse buono, più per Lei e i suoi collaboratori che per me. Mi consoli con due righe e senza secondi fin, né vorrò “altro” da Lei; sappia che la mia riconoscenza ha aumentato l’amicizia per Lei. Conti su un amico che, come non Le ha chiesto di eseguire le Sette canzoni non Le chiederà mai altro che un po’ di simpatia. Le stringo la mano e la saluto affettuosamente.
Gianfraco Malipiero a Gino Marinuzzi Asolo, 9 gennaio 1929
Coraggio amico caro e intrepido stop se ne infischi quanto me ne infiscio io stop le voglio più bene di prima un abbraccio e saluti affettuosi.
Si fa riferimento all’insuccesso della “prima” (che resterà anche unica per la criticabile decisione di Scotto che la toglierà dal cartellone) delle sue Sette canzoni, opera rappresentata, unitamente a Gianni Schicchi, soltanto l’8 gennaio sotto la bacchetta dello stesso Marinuzzi sensibile, come si è già detto, alle ragioni della musica moderna.
1935 Tre grandi avvenimenti
Tre avvenimenti di alto valore artistico – a diverso titolo ugualmente importanti – caratterizzano il 1935.
Innanzi tutto, dopo quasi vent’anni di assenza, c’è il ritorno di Marinuzzi alla Scala, dove resterà ininterrottamente per un decennio, fino alla drammatica conclusione della sua carriera.
In secondo luogo si assiste, al Teatro Bellini di Catania, alla definitiva consacrazione del Maestro come sommo interprete belliniano.
Infine è al suo prestigio che si deve far risalire l’invito a riaprire con Norma il Teatro Comunale di Bologna.
“Un gruppo di ammiratori ed appassionati della lirica” a Gino Marinuzzi Catania, 18 gennaio 1935
Illustre Maestro Marinuzzi,
con la vostra impareggiabile personale interpretazione dell’immortale capolavoro belliniano, avete riconsacrato alla vera arte il nostro Teatro Massimo Bellini. Ciò, perché la meravigliosa esecuzione di questa Norma, assurta, mercé vostra, alle più sublimi altezze, è valsa a cancellare in tutti il brutto ricordo dell’infausta edizione avutasi per il centenario dell’opera (1931) a causa dei cantanti del tutto impreparati e dovuta principalmente all’astruseria di quel Direttore d’orchestra con le sue curiose interpretazioni”…
Il successo trionfale che il pubblico tutti vi ha decretato ieri sera, ci commuove e ci esalta, poiché voi, o insigne Maestro, siete nostro conterraneo; e, a ragion veduta, venite stimato il più grande e geniale interprete delle opere del nostro sommo Bellini.
Consentite che anche noi ci uniamo all’infinito coro dei vostri ammiratori, esprimendovi i sensi del nostro sentito omaggio, nonché della nostra più profonda e deferente devozione.
Il “gruppo di amatori ed appassionati” catanesi non doveva certo nutrire molta simpatia per Antonio Guarnirei, colpevole di aver lasciato un “brutto” ricordo all’infausta Norma del centenario, vuoi per l’ “astruseria” delle “sue curiose interpretazioni”, vuoi a “causa dei cantanti del tutto impreparati” (un quartetto italo-spagnolo, in cui i nostri Irene Minghini Cattaneo (Adalgisa) e Antonio Rigetti (Oroveso) convivevano con il soprano Fidala Campiňa e il tenore Jesusu de Gaviria. Qualitativamente alquanto superiore il quartetto italiano messo in campo da Marinuzzi dove, accanto a Gina Cigna (già ascoltata a Catania nel 1931), Norma per antonomasia deli anni Trenta, e ai citati Lo Giudice e Falliani, figura il basso Umberto Di Lelio.
Gino Marinuzzi alla direzione della Staatsoper di MonacoMilano, 13 luglio 1937
...Sono d’accordo con le opere proposte dal direttore della Staatsoper Signor Krauss, cioè Ballo in maschera, Bohème e Tannhäuser. Arriverò a Monaco la mattina del 28 settembre perché fino al 26 dello stesso mese sarò occupato a Perugina. Vi prego di predisporre il programma in modo che la prima rappresentazione abbia luogo il 3 ottobre con Un ballo in maschera. Tenuto conto del limitato numero di prove, mi permetto pregarvi di scritturare la stessa compagnia che ha lavorato con me l’anno scorso. Come seconda opera vorrei dirigere Bohème e infine il 10 ottobre porterò sulle scene il Tannhäuser. Per questa terza opera avrei quindi la possibilità di poter contare su un maggior numero di prove.Riguardo il Tannhäuser avrei bisogno di sapere a tempo debito se l’opera dovrà essere rappresentata secondo l’edizione parigina (con l’imponente scena del Venusberg), con o senza tagli nelle scene...
Richard Strauss a Gino Marinzzi Vienna, 22 aprile 1942
Caro amico,
la ringrazio di cuore per la sua meravigliosa esecuzione della mia Dafne sulla cui resa musicale e scenica mi giungono entusiastiche relazioni.
Non dubitavo di poter contare su una esecuzione di prima qualità di questa difficile opera di fronte alla collaborazione artistica Marinuzzi-Hartmann-Sievert. Mi congratulo molto calorosamente per il grande successo.
Per favore voglia comunicare a tutti i collaboratori, specialmente ai fantastici solisti e alla eccezionale orchestra, i miei più sinceri ringraziamenti, alla sua cara moglie i nostri migliori omaggi e a lei un caldo abbraccio dal suo obbligato e fedele amico.
P.S. Spero di poterla accogliere a Monaco in settembre col signor Mataloni per la settimana di Strauss di Clemens Krauss e la prima esecuzione del mio nuovo Capriccio.
“Creata” dallo straussiano Karl Böhm alla Staatsoper di Dresda il 15 ottobre 1938 Dafne (“Daphne”) arriva alla Scala nell’aprile del 1942, non a caso sotto la bacchetta di Marinuzzi, protagonista Gina Cigna.
Capriccio, ultima opera composta da Strauss su libretto di Clemens Krauss, verrà infatti rappresentata al Nationaltheater di Monaco il 28 ottobre seguente, naturalmente sotto la direzione dello stesso Krauss.
Carl Orff a Gino Marinuzzi Roma, 17 ottobre 1942
Gentilissimo e caro Maestro Marinuzzi,
in poche parole vorrei ancora una volta ringraziarvi di tutto cuore ed esprimervi la mia più alta ammirazione per la grandiosa esecuzione delle Carmine Burana. È un raro caso di fortuna nella vita di un compositore di poter vedere una interpretazione che rappresenta veramente il pieno adempimento delle sue intenzioni.
Vi prego di voler trasmettere i miei ringraziamenti e saluti a tutti i componenti della rappresentazione e specialmente al magnifico (sic) orchestra e il coro che dimostrando una ammirevole comprensione e penetrazione per la mia opera hanno contribuito una bella parte per il grande successo.
Sarebbe un grande piacere per me, se voi, caro Maestro, vorreste dirigere Carmina Burana anche una volta a uno dei principali teatri della mia Patria…
Artefici del trionfale successo arriso ai Carmina Burana sono stati, accanto al coro dell’ottimo Achille Consoli e al magnifico orchestra”, i solisti Attilia Archi, Afro Poli e Agostino casavecchi su tutti, come anche la stampa sottolinea, si è imposta la figura di Marinuzzi “con la superiore bravura della sua capacità direttoriale e con quel soffio di poesia teatrale che possiede in sommo grado, ed è oggi quasi introvabile” (Il Popolo d’Italia), “superiore ad ogni elogio” lo giudica a sua volta”Il Corriere della Sera”: “nei risultati fonici poderoso, nei dinamici ed espressivi agile e delicato, impeccabile nell’equilibrare le masse degli esecutori da lui dirette”.
Gino Marinuzzi al figlio Gino Marchirolo, 2 aprile 1943
Figlio mio amatissimo,
ti scrivo da questo tranquillo rifugio dove son venuto ieri ad abbracciare la mamma e da dove ripartirò domani presto, poiché ho una prova della Resurrezione di Perosi che andrà mercoledì.
La Fedora di Giordano è andata assai bene con lode dei criticoni.Ciò nonostante che Gigli sia arrivato alla prova generale che però non ha fatto dandosi indisposto – cosicché alla prima sera ne ha fatte di ogni sorta! Ma salute a noi e avanti – il teatro per ora è in una strada che a sostenerlo ci vogliono proprio spalle grosse ma siamo in una situazione speciale e bisogna sostenere la barca.
Come ti ho già detto il collega della Wally all'ultimo momento si è dato malato (mentre dirige all'Adriano). Io ho fatto a pari e dispari e poi ho rinunziato ed ho fatto benone, anche perché sono realmente stanco. Dirige Santini – ti darò notizie. Io mi sono fiaccato un po' viaggiando. Il ritorno da Firenze di notte – l'andirivieni con Venezia (7 ore in piedi schiacciato), le fatiche sostenute mi hanno tartassato ma sul podio non si vede. [...]
Sto ritoccando l'adagio della Sinfonia – nel senso che l'ho accorciato di circa 8 battute – ma la sutura mi costa fatica. La Sinfonia sarà eseguita quasi certamente a Bologna in un concerto il 2 maggio e sin da ora farò le pratiche con Cochetti perché essa sia trasmessa. [...]
E bisogna finire il nostro Pinocchio. Il Maestro Gatti mi ha ripetuto che assolutamente vuole Pinocchio. Guarda dunque di buttare giù qualcosa: la "Ronda finale", la "Polca dei pesci fritti", la "Danza degli asini", qualunque altro tema grazioso o brillante può sempre servire. Comprendo che costì non hai il mezzo né il tempo di lavorare, ma chi sa che tu non possa cambiare residenza ed andare in un centro un po' più …civilizzato dove ci sia anche un pianoforte!
Questa possibilità pare che ci sarebbe ma tu sai che io, sia per disciplina quanto per fatalismo non faccio nulla di mia iniziativa – sul riguardo attendo consiglio e notizie. Intanto mi scrivono dal Ministero dell'Educazione Nazionale che ancora una volta è stato interessato il Ministero della Guerra per riprendere in esame le giuste aspirazioni dei giovani che hanno il diploma di composizione perché possano fare il corso di allievo ufficiale. [...]
Costi inevitabili da pagare al divismo. Gigli arrivava infatti da Roma, dove il 21 marzo aveva preso parte alla terza recita di Adriana Lecouvreur, con il risultato che, andata in scena Fedora senza prova generale, egli non si troverà sempre in sintonia con la bacchetta di Marinuzzi (ma anche con la volontà di Giordano).
Carlo Gatti a Gino Marinuzzi Milano 29 luglio 1944
Caro Marinuzzi,
ti sono veramente grato dell’atto generoso da te compiuto, donando alle masse orchestrali e corali della Scala l’onorario a te dovuto per il concerto diretto il 19 corrente.
In questo modo si stringono sempre più i legami, tanto proficui, tra i componenti della grande Famiglia artistica del teatro della Scala...
LAVORI TEATRALI
1902 - Barberina, Commedia lirica in tre atti di Fervaal [Filippo Niccolò Mancuso] (Ed.Ricordi). Prima rappresentazione: Palermo, Teatro Massimo, 5.5.1903.
1918 - Jacquerie, Opera in tre atti di Alberto Donaudy (Ed. Pizzi; Ed. Ricordi). Prima rappresentazione: Buenos Aires, Teatro Colon, 11.8.1918
1932 - Palla de’ Mozzi, Melodramma in tre atti di Giovacchino Forzano (Ed. Ricordi). Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 5.4.1932
1945 - Le avventure di Pinocchio, Episodi danzanti dal romanzo di Collodi (libretto di Gianna Anguissola), in collaborazione con Gino Marinuzzi jr. Prima rappresentazione: Roma, Teatro dell’Opera, 22.5.1956 (coreografia di Aurel M. Milloss).
COMPOSIZIONI DIVERSE
1891 - Valzer, per pianoforte
1892 - Ave Maria. Elegia per violino
1893 - Dicci, Canzonetta siciliana
Due romanze [1 Quando cadran le foglie; 2 Non dimandar].
Canzonetta napoletana, Serenatella per strumenti a plettro
1894 - Rimpianto, per pianoforte
1895 - Ha detto al cor
1896 - La favola dei tre gobbi, Due intermezzi da Goldoni
O begli occhi, aria a tre voce
Aria, a tre voci
1897 - Amar donna superba, per canto
Salve Regina
Fedeltà non conosciuta, cantata per voce di soprano e archi.
Piccona suite, per violino e basso.
1898 - Primo incontro
1899 - Tre pezzi per le Sette Parole di Cristo
Se m’amate. Madrigale, per canto e pianoforte (Ed. Ricordi).
All’infinito, cantata
Il sogno del poeta, fantasia per soli, coro e orchestra su versi di Filippo Niccolò Mancuso. Prima esecuzione: Palermo, Regio Conservatorio di Musica, 11.6.1899 (saggio accademico di fine anno scolastico).
Non chiedete in primavera, Melodia
1900 - Contemplazione
Piccola manina innamorata
Sonatina, per pianoforte
Messa da requiem per l’anima di S.M. Umberto I Re d’Italia, per soli, coro e orchestra (Dies Irae per soli, coro e orchestra. Ed. Fantuzzi). Prima esecuzione: Palermo, Pantheon, 24.11.1900
Gherardo e Gavetta, canzone per voci di tenore e soprano, cori e due piccole orchestre.
Ouverture, per orchestra. Prima esecuzione: Palermo, Teatro Massimo, 30.6.1901.
1901 - Dopo la vittoria, impressione sinfonica per orchestra (Ed. Fantuzzi) Prima esecuzione: Palermo, Teatro Massimo. 30.6.1901.
1902 - Inno a Dante
Canzone del carrettiere (Ed. Fantuzzi)
Occhi di donna amata (O leggiadri occhi) (Ed. Fantuzzi)
Occhi di donna amata (Splendete, splendete) (Ed. Fantuzzi)
Orfano (Lenta la neve fiocca) (Ed. Fantuzzi)
Morto (Manina chiusa che nel sonno) (Ed. Fantuzzi)
Serenata (Diverrò canarino) (Ed. Fantuzzi)
1903 - Ballata dei fiori
Tre pezzi per l’opera Montenegro [1. Duetto; 2. Berceuse; 3.Intermezzo]
1904 - Canzone del cacciatore (Ed. Fantuzzi).
Andantino all’antica, per flauto (o pianoforte), arpa e archi (Ed. Ricordi). Prima esecuzione: Palermo, Circolo Artistico, 1904.
Inno Irredentistica (per Trieste), prima esecuzione Foyer del Teatro Massimo di Palermo, gennaio 1904
Serenata greca
Piccola Valse Impromptu.
Ladra, Melodia.
Messa da Requiem
1908 - Impressioni siciliane, suite per orchestra (Ed. Ricordi) 1. [Leggenda di Natale (1902-1904); 2. Valzer campestre, con coro e voci femminili ad libitum (1904) 3. La canzone dell’emigrante (1904; Ed. Fantuzzi), 4. Festa della Madonna di Mezzagosto (1908)].
1909-10 - Sicania. Rapsodia orchestrale su temi popolari di Sicilia (Ed. Ricordi). Prima esecuzione: Roma, Augusteo, 16.3.1913
1918 - Elegia, Poemetto sinfonico per orchestra (Ed. Ricordi).
1922 - Inno delle guide
1931 - Tornano le rose. Tango brasiliano (Ed. Ricordi)
1933 - Tre vocalizzi nello stile moderno, con accompagnamento di pianoforte, per voci acute, medie e gravi (Ed. Ricordi)
Canzone della sposa, su versi di Pietro Jahier (Ed. Ricordi)
1934 - Preludio e Preghiera (In Filii Memoriam), per voce di soprano e orchestra (Ed. Ricordi). Prima esecuzione: Roma, Augusteo, 25.11.1934
Preghiera, per canto e pianoforte (Ed. Ricordi)
1937 - Musiche per i trionfi Sforza-Savoia, per orchestra (Ed. Ricordi)
[1.Corteggio; 2.Rito nuziale;3 Finale festivo]. Prima esecuzione: Milano, Castello Sforzesco, 9.6.1937.
Rito nuziale, per orchestra (Ed. Ricordi)
1938 - Due Quadri lirici su poesie di Ugo Betti, per voci di baritono e orchestra (Ed. Ricordi) [1. Peccatore senza conforto; 2.Caterinella].
Prima esecuzione: Venezia, Teatro La Fenice, 13.9.1938.
1943 - Sinfonia in la, per orchestra (Ed. Ricordi) Prima esecuzione: Firenze, Teatro Comunale, 18.3.1943
REVISIONI E TRASCRIZIONI
Francesco Geminiani, Andante, per archi, arpa e organo. Revisione e armonizzazione di Gino Marinuzzi (Milano, Ricordi, 1918).
Pietro Antonio Locatelli, Concerto grosso, op. 4 n. 10, in mi bemolle maggiore. Revisione e trascrizione per orchestra d’archi e pianoforte di Gino Marinuzzi (Milano, Ricordi, 1917).
Jean-Baptiste Lully, Minuetto, Intermezzo dalla comédie-ballet Le Bourgeois gentilhomme, riduzione di Gino Marinuzzi.
Jean-Baptiste Lully, Preludio e Ciaccona dalla tragédie-lyrique Roland, trascrizione di Gino Marinuzzi
Alessandro Scarlatti, Cantate a una voce, con accompagnamento di basso. Elaborazione per pianoforte (Milano, Istituto Editoriale Italiano).